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Flair bartending Barchef - Glossario - Leonardo Storani
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Flair
Tecnica di lavoro tesa soprattutto all'evoluzione acrobatica del barman.
Tel. 339.8257215 E-mail: leonardostorani@libero.it
Blog: una sorta di diario online. Si tratta di un mio sito web nel quale vengono pubblicati i pensieri e opinioni che raccontano la storia dell' arte, artigiani, cocktail, vino, gastronomia, enogastronomia, agricoltura, alimentare, ambientale, industriale...
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lunedì 11 novembre 2019
Enogastronomia e alchimisti
DISTILLAZIONE
Metodo per ottenere un liquido puro a partire da una miscela liquida il vapore che si ottiene, arricchito della sostanza più volatile, viene condensato. Arte & Spettacolo. La bottiglia del Bartender (Guaritori e Alchimisti).
Distillati di frutta
Rientrano in un quadro di usi e costumi locali tipici dell'Europa centro settentrionale e di altri Paesi. Si sfruttano quei frutti tipici di ogni zona, come ad esempio ciliegie, more, lamponi, mele, fichi, per ottenere un'acquavite fine ed elegante, derivante da processo della distillazione.
Leonardo Storani
Eventi & Comunicazione (Vademecum).
tel. 339.8257215
E-mail: leonardostorani@libero.it
Rientrano in un quadro di usi e costumi locali tipici dell'Europa centro settentrionale e di altri Paesi. Si sfruttano quei frutti tipici di ogni zona, come ad esempio ciliegie, more, lamponi, mele, fichi, per ottenere un'acquavite fine ed elegante, derivante da processo della distillazione.
Leonardo Storani
Eventi & Comunicazione (Vademecum).
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Wine
IL VINO
LA SUA STORIA
Di solito, si fanno risalire le origini del vino in Italia ai tempi dell'Enotria tellus, intorno all'VIII secolo a.C., quando Enotrio fondò la prima colonia greca sulla sponda dell'Ionio. Da lì, la vite e il vino avrebbero preso "piede" in Calabria e in Sicilia e successivamente in tutta la Penisola. Tuttavia, è lecito supporre che ben prima di questo felice periodo le popolazioni degli Italici conoscessero già la vite, anche se non la coltivavano razionalmente. Difatti, lo testimoniano le foglie di vite calcificate ritrovate nella roccia di Bolca nel Veronese, risalenti all'Eocene Medio, così come quelle infisse nel travertino di San Vivaldo, in Toscana. Il "dio che si beve" per gli Etruschi si chiamava curiosamente Fuflus. Molto esperti nelle arti decorative, i Toschi o Raseni, ci hanno tramandato splendidi affreschi, dove la consumazione di prelibate vivande e di vini pregiati è assai ben documentata. La mitica bevanda veniva servita nelle pàtere, larghe tazze, dopo averla attinta dalle situle, secchielli per il buon vino prodotto nelle generose campagne della Toscana e del Lazio.
LEONARDO STORANI - EVENTI & COMUNICAZIONE (VADEMECUM)
TEL. 339.8257215 E-mail: leonardostorani@libero.it
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LA SUA STORIA
Di solito, si fanno risalire le origini del vino in Italia ai tempi dell'Enotria tellus, intorno all'VIII secolo a.C., quando Enotrio fondò la prima colonia greca sulla sponda dell'Ionio. Da lì, la vite e il vino avrebbero preso "piede" in Calabria e in Sicilia e successivamente in tutta la Penisola. Tuttavia, è lecito supporre che ben prima di questo felice periodo le popolazioni degli Italici conoscessero già la vite, anche se non la coltivavano razionalmente. Difatti, lo testimoniano le foglie di vite calcificate ritrovate nella roccia di Bolca nel Veronese, risalenti all'Eocene Medio, così come quelle infisse nel travertino di San Vivaldo, in Toscana. Il "dio che si beve" per gli Etruschi si chiamava curiosamente Fuflus. Molto esperti nelle arti decorative, i Toschi o Raseni, ci hanno tramandato splendidi affreschi, dove la consumazione di prelibate vivande e di vini pregiati è assai ben documentata. La mitica bevanda veniva servita nelle pàtere, larghe tazze, dopo averla attinta dalle situle, secchielli per il buon vino prodotto nelle generose campagne della Toscana e del Lazio.
LEONARDO STORANI - EVENTI & COMUNICAZIONE (VADEMECUM)
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domenica 10 novembre 2019
Libero Mail - (Allegato)
3^ Up Grade ADVANCED BARTENDING LA STORIA DEL FLAIR
LA STORIA DEL FLAIR BARTENDING
Contrariamente a quanto pensa la gente. Il Flair esiste da almeno 150 anni! il leggendario "Professore" Jerry Thomas mise a punto il "Flair" a metà del 1800 quando realizzo il suo famoso "BLUE BLAZER" che tra l'altro da qualche anno esiste una competizione di falir in suo onore compresa nell'FBA PRO TOUR, versando scotch infiammato e acqua da un tazzone all'altro in una lunga scia infuocata.
GLI STILI
Partiamo con la definizione tra gli stili di flair
EUROPEO e AMERICANO
Fino a qualche anno fa, più precisamente si risale nella fascia compresa tra il 20002/ 03/ 04 questa differenza era molto più visibile e consistente.
Ovvero lo stile Europeo, è uno stile che viene sviluppato principalmente con multi oggetti "tre e quattro", "grebbate" (prese) in differenti modi, e su i greb appunto la routine è, era basata.
Lo stile americano è uno stile più commerciale, più semplice da comprendere, si avvale della tecnica "juggling" per le routine a tre quattro oggetti, ma con dei Moove in mezzo per dare la propria originalità.
Bartending Leonardo Storani Tel. 339.8257215 Email: leonardostorani@libero.it
LA STORIA DEL FLAIR BARTENDING
Contrariamente a quanto pensa la gente. Il Flair esiste da almeno 150 anni! il leggendario "Professore" Jerry Thomas mise a punto il "Flair" a metà del 1800 quando realizzo il suo famoso "BLUE BLAZER" che tra l'altro da qualche anno esiste una competizione di falir in suo onore compresa nell'FBA PRO TOUR, versando scotch infiammato e acqua da un tazzone all'altro in una lunga scia infuocata.
GLI STILI
Partiamo con la definizione tra gli stili di flair
EUROPEO e AMERICANO
Fino a qualche anno fa, più precisamente si risale nella fascia compresa tra il 20002/ 03/ 04 questa differenza era molto più visibile e consistente.
Ovvero lo stile Europeo, è uno stile che viene sviluppato principalmente con multi oggetti "tre e quattro", "grebbate" (prese) in differenti modi, e su i greb appunto la routine è, era basata.
Lo stile americano è uno stile più commerciale, più semplice da comprendere, si avvale della tecnica "juggling" per le routine a tre quattro oggetti, ma con dei Moove in mezzo per dare la propria originalità.
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Capire il vino
economico La sequenza dei vini a tavola
Il picare di apprezzare e degustare più vini durante un pranzo o una cena è ormai un fatto consueto, poiché l'amore per questo prodotto è sempre diffuso e consente di passare piacevoli e rilassanti momenti. la regola prevede che, quando un pranzo si presentino più vini, questi debbano essere serviti in gradazione ascendente, ossia da quello con grado alcolico più basso per arrivare a quello con grado alcolico più alto.
Saranno serviti prima i vini bianchi e secchi più giovani, successivamente quelli più invecchiati. I vini bianchi secchi e spumanti aprono il pranzo, seguiti dai bianchi fermi a da rosati, se sono previsti, e poi dai rossi: ciò si spiega perché i vini giovani hanno solitamente sapore meno incisivo di quelli invecchiati. Si servono quindi in sequenza vini, dai meno strutturati cioè giovani e freschi, ai più vecchi e corposi. Ma le regole sono nate per essere infrante e, quindi sono possibili molte varianti.
guida.wine
Il picare di apprezzare e degustare più vini durante un pranzo o una cena è ormai un fatto consueto, poiché l'amore per questo prodotto è sempre diffuso e consente di passare piacevoli e rilassanti momenti. la regola prevede che, quando un pranzo si presentino più vini, questi debbano essere serviti in gradazione ascendente, ossia da quello con grado alcolico più basso per arrivare a quello con grado alcolico più alto.
Saranno serviti prima i vini bianchi e secchi più giovani, successivamente quelli più invecchiati. I vini bianchi secchi e spumanti aprono il pranzo, seguiti dai bianchi fermi a da rosati, se sono previsti, e poi dai rossi: ciò si spiega perché i vini giovani hanno solitamente sapore meno incisivo di quelli invecchiati. Si servono quindi in sequenza vini, dai meno strutturati cioè giovani e freschi, ai più vecchi e corposi. Ma le regole sono nate per essere infrante e, quindi sono possibili molte varianti.
Leonardo Storani Brand Manager
Eventi & Comunicazione (Vademecum).
Tel. 339.8257215
E-mail: leonardostorani@libero.it
guida.wine
Enogastronomia
LA DEGUSTAZIONE DEGLI SPUMANTI
Nell' analizzare le caratteristiche organolettiche di uno spumante, notevole importanza riveste l'analisi visiva. Infatti, un buon prodotto si deve presentare limpido, cristallino, con una spuma abbondante e un perlage (la sequenza delle bollicine che si liberano sul fondo del bicchiere dando origine a lunghe catenelle) fine, continuo e persistente.
Queste ultime caratteristiche dipendono da numerosi fattori, in particolare dalla temperatura di servizio: uno spumante servito a temperatura superiore a 10° C avrà una spuma molto abbondante e delle bollicine grosse ed evanescenti; se, invece, è servito troppo freddo le bollicine e la spuma si formeranno più difficilmente. La ricchezza e le dimensioni delle bollicine dipendono anche dalla tecnica di produzione, dalla tipologia dei lieviti utilizzati, dalla durata e dalla temperatura di rifermentazione.
Per valutare attentamente le caratteristiche di finezza, persistenza e quantità delle bollicine. è necessario avere dei bicchieri particolarmente puliti, privi di impurità e di difetti. La dimensione delle bollicine dipende principalmente dal tempo impiegato nella preparazione dello spumante: una rifermentazione molto lenta e condotta a bassa temperatura permette all'anidride carbonica che si forma di essere assorbita dalle particelle colloidali e disperdersi maggiormente all'interno del vino.
Nella degustazione degli spumanti è importante valutare il perlage, cioè la sequenza delle bollicine. Per questa ragione il bicchiere deve essere riempito completamente.
_Leonardo Storani Eventi & Comunicazione (Vademecum).
Tel-339.8257215 email: leonardostorani@libero.it
Nell' analizzare le caratteristiche organolettiche di uno spumante, notevole importanza riveste l'analisi visiva. Infatti, un buon prodotto si deve presentare limpido, cristallino, con una spuma abbondante e un perlage (la sequenza delle bollicine che si liberano sul fondo del bicchiere dando origine a lunghe catenelle) fine, continuo e persistente.
Queste ultime caratteristiche dipendono da numerosi fattori, in particolare dalla temperatura di servizio: uno spumante servito a temperatura superiore a 10° C avrà una spuma molto abbondante e delle bollicine grosse ed evanescenti; se, invece, è servito troppo freddo le bollicine e la spuma si formeranno più difficilmente. La ricchezza e le dimensioni delle bollicine dipendono anche dalla tecnica di produzione, dalla tipologia dei lieviti utilizzati, dalla durata e dalla temperatura di rifermentazione.
Per valutare attentamente le caratteristiche di finezza, persistenza e quantità delle bollicine. è necessario avere dei bicchieri particolarmente puliti, privi di impurità e di difetti. La dimensione delle bollicine dipende principalmente dal tempo impiegato nella preparazione dello spumante: una rifermentazione molto lenta e condotta a bassa temperatura permette all'anidride carbonica che si forma di essere assorbita dalle particelle colloidali e disperdersi maggiormente all'interno del vino.
Nella degustazione degli spumanti è importante valutare il perlage, cioè la sequenza delle bollicine. Per questa ragione il bicchiere deve essere riempito completamente.
_Leonardo Storani Eventi & Comunicazione (Vademecum).
Tel-339.8257215 email: leonardostorani@libero.it
sabato 9 novembre 2019
ATENEO
tel. 339.8257215 email: leonardostorani@libero.it
Bar Manager, Serate Bartender, Bar Catering, Corsi Bartender, Flair Bartender Course, Consulenze Locali, Avviamento Bar, Addestramento personale bar e sala.
www.myspace.com/areabartender email: bartender81@libero.it telefono: +393404632998
Art Director; Leonardo gmail: leonardostorani29@gmail.com 

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